The Bologneser No. 178 - Portico della Morte -
A Bologna, anche la luce sa raccontare storie.
Il Portico della Morte, in via dell’Archiginnasio, è uno di quei luoghi dove passato e presente convivono come su due dimensioni che occupano lo stesso posto ma in epoche diverse, dove l’architettura diventa metafora.
Da un lato volte basse, ombra fitta, colonne che sembrano trattenere il respiro. È la memoria del vecchio ospedale, di chi passava di lì con passo incerto, in cerca di cura o destinato all’ultimo viaggio. Lì l’ombra è densa, carica di racconti che il tempo ha deciso di non dimenticare.
Dall’altro lato, quasi all’improvviso, il soffitto si apre: una grande vetrata lascia entrare la luce, che scende a tagliare il portico in due. Lì la vita sembra riprendersi lo spazio, il passo si fa più leggero, gli occhi si alzano.
Luce e ombra convivono, come fanno sempre a Bologna. Così anche in questo breve tratto di città, c’è tutto: la fragilità dell’umano e la forza della luce, la memoria della fine e la meraviglia dei nuovi inizi.
Un portico che si chiama “della Morte”, ma che — a ben guardare — è pieno di vita.
Carta Hahnemühle matte FineArt 200 gsm
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