The Bologneser No. 171 - Salotto del jazz -
La musica jazz ha qualcosa di felino.
Non arriva tutta insieme: si avvicina con passo morbido, si stira, ti osserva. Poi ti si siede accanto senza dire niente, e quando meno te l’aspetti ti fa le fusa.
In via Mascarella, quando le sedie spuntano per strada e gli strumenti cominciano a scaldarsi, succede sempre la stessa magia. I jazzisti — pardon, i cats — salgono sul palco come se entrassero in casa: con grazia, con rispetto, con quella calma elegante di chi sa che, prima o poi, tutto andrà al suo posto.
E infatti va: la batteria dà il via, il sax risponde, la tromba rilancia, la chitarra ascolta e poi interviene, il piano crea un tappeto di velluto sul quale scivolare e camminare, o ballare chissà, come un uomo scimmia sotto le stelle del jazz. I fili della musica si intrecciano come fili di un gomitolo, e su quel gomitolo ci giocano tutti — i gatti veri (quelli nascosti nella copertina) e quelli metaforici, che graffiano dolcemente il tempo, si rincorrono, si fermano e ripartono, improvvisando traiettorie impossibili.
Il pubblico resta lì, in ascolto.
E la strada, per qualche ora, diventa una piccola giungla notturna dove i gatti suonano e la musica cammina in punta di piedi.
Everybody wants to be a cat!
Carta Hahnemühle matte FineArt 200 gsm
Cornice non inclusa
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